Tanto per chiarire / Just to make it clear


Tanto per chiarire / Just to make it clear

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This is just a silly legal note to state that this (SURPRISE! SURPRISE!)
is not a newspaper or a news publication whatsoever.

venerdì 18 gennaio 2013

Basta parlare di donne!

Si parla sempre di donne.
Persino quando si parla di uomini.

Sono nato in un'epoca sbagliata, squilibrata, in cui agli uomini è stata negata la virilità sotto pena di venir marchiati con il marchio infamante di maschilista quando tentassero di rivendicarla, mentre le donne si lamentano perché gli uomini non sono più abbastanza 'maschi'.
È un mondo di donne che si lamentano di quanto sia un mondo di uomini.
Non possiamo neanche lamentarci, perché loro sono arrivate a farlo prima, oltre mezzo secolo fa, e anche se i rapporti sono cambiati, sono cambiate la società, le donne e gli uomini, loro continuano ad occupare la postazione di quelli(e) che si lamentano.
Il posto è già preso.
Se ti lamenti che il nostro è diventato un mondo a misura di donna, sembra solo che tu stia scimmiottando le loro sacrosante rivendicazioni di trenta, quarant'anni fa -che loro continuano a trascinare sino ad oggi.
Non puoi sperare di venir preso sul serio.
E poi si lamentano che gli uomini non parlano di sé!

Oggi a farlo sono le donne (di nuovo) intervistate da Simone Perotti nel suo ultimo lavoro, titolato "Dove sono gli uomini?" con un sottotitolo che è già un riassunto del suo argomento: Perché le donne sono rimaste sole?

"Dove sono gli uomini?" - YouTube

Non lo comprerò.

Da come viene presentato (da Perotti stesso) nel libro chiamato "Dove sono gli uomini?" sembrano mancare proprio gli uomini.
Un libro sulla questione maschile nel quale parlano solo le donne.
Immaginate il contrario: un libro sulla questione femminile nel quale le uniche opinioni riportate siano quelle di uomini.

"L'80% delle donne che conosco -scrive Perotti è ...[leggi: 'single']".

Anche io frequentavo sopratutto single quando lo ero anch'io. Ora che sono sposato ed ho tre figli preadolescenti (di cui mi sono sempre occupato), frequentiamo soprattutto coppie. Ritmi ed interessi più compatibili, immagino.

 Il discorso che fa Perotti vale soprattutto per gente del suo ambiente di "drop-out", gente che è caduta (o saltata) fuori dai percorsi umani abituali. In particolare (visto che si parla di rapporti tra i sessi) persone che non hanno saputo, potuto o voluto costruire e mantenere un rapporto di coppia stabile e funzionante.
 Le donne con e di cui parla sono principalmente single senza figli, con un sacco di tempo ed energie da spendere in palestre, shopping, giocattoli erotici e magari overtime sul lavoro.
Gli uomini (di cui quelle donne parlano, perché è loro che ha intervistato) sono quelli che incontrano nei locali ed agli orari che i padri di famiglia non frequentano perché hanno altro a fare. Sono gli uomini cui un rapporto solido con una donna spesso fa paura, che lo ammettano o no, o che non sanno gestirlo. Che vogliono rimorchiare e passare alla prossima. Un po' come le donne che frequentano e che si lamentano di loro.

 Perotti ha fatto una scelta personale che io trovo ammirevole: quella di lasciare tutto e sfilarsi dalla società dei consumi e della crescita economica. Ma ha anche fatto la scelta facile facile di non assumersi la responsabilità di nessuno, senza costruire un rapporto solido con una donna, né avere figli. Mi riesce difficile riconoscere valore al duro giudizio che lui e le sue amiche senza uomini esprimono su noialtri uomini, che non sembrano davvero conoscere. "Dove sono gli uomini?" vi chiedete? Sono occupati a costruire e tenere in piedi questa società, assieme alle donne. Solo che se una donna fa carriera, fa notizia ed impressiona Perotti. Tutti gli altri, che sono uomini no.

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Perotti scrive anche romanzi e sarebbe un romanziere qualunque, senza particolare interesse, se i suoi fossero solo romanzi, ma non è così: sullo sfondo dei suoi racconti Perotti ci sbatte in faccia un'analisi inusuale della società, dei rapporti umani, dei rapporti tra i sessi...
Le sue storie scorrono leggere, ma impreziosite da continue perle di saggezza, prive di stolide certezze, ma ricche di dubbi intelligenti, su cui risvegliare finalmente le nostre menti atrofizzate, stimolando domande profonde a cui ciascuno dovrà dare una propria risposta a sé stesso.
I suoi libri di avventure sono una mappa che ciascuno deve scrivere da sé, navigando mentalmente tra le proprie scelte fatte e da fare; una bussola che ci obbliga a restare coscienti di un punto di riferimento necessario, che troppo spesso dimentichiamo, ma che non possiamo permetterci di perdere di vista: noi stessi.
Non solo un romanziere, dunque, ma il guru di chi rivendica un nuovo modo di pensare a sé stessi, alle proprie priorità ed alla propria vita.
Uno scrittore nato infatti come saggista, con i libri che raccontano il suo percorso personale assieme a quelli di tanti altri che hanno scelto di non lasciarsi più trascinare in vite che non sentivano proprie e che hanno scelto di concentrarsi su una vita più leggera, con meno bagaglio.
Oggi torna al successo con un'analisi del rappporto tra i sessi, o meglio, degli uomini, con un sottotitolo che è già un riassunto del suo argomento: Perché le donne sono rimaste sole?