Tanto per chiarire / Just to make it clear


Tanto per chiarire / Just to make it clear

Più che un blog questo è un diario di appunti, dove spesso mi segno e rilancio articoli ed opinion interessanti trovate in giro per la rete.

Cerco sempre di citare e linkare correttamente la fonte originale. Se comunque trovaste roba vostra che volete che tolga o corregga, vi prego di segnalarmelo a Stef@cutillo.eu
This is a notebook -not really a blog- where I often relaunch interesting stuff I find roaming on the net.
I always try to link correctly the original sources. If anyway you find your stuff and want me to remove or correct it, please let me know at Stef@cutillo.eu


Questo blog, ovviamente, non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità e con molta poca coerenza. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 e seguenti.
This is just a silly legal note to state that this (SURPRISE! SURPRISE!)
is not a newspaper or a news publication whatsoever.

giovedì 18 marzo 2010

Clericoliberali

Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale, salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale. (Gaetano Salvemini, da Memorie di un fuoriuscito, a cura di Gaetano Arfè, Feltrinelli, Milano 1960)

martedì 9 marzo 2010

Vivere onestamente Living honestly

La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che essere onesti sia inutile. (Corrado Alvaro)

The worst desperation that can get hold of a society is the doubt that being honest is useless. (Corrado Alvaro)

domenica 7 marzo 2010

Quando le sirene della gloria incantano anche gli uomini liberi.

Sto leggendo l'ultimo libro di Roberto Saviano.

Ho appena letto l'articolo sul film 300, tratto dal fantastico fumetto (graphic novel) di Frank Miller sulla battaglia delle Termopili, dove Leonida ed i suoi 300 Spartani fermarono l'oceanico esercito persiano di Serse.

Sono rimasto colpito da come l'epica spartana abbia colpito anche un libero pensatore come Saviano, che -seppur riconoscendo quanto ingiusta sia la storiografia tradizionale nei confronti della civilissima Persia dell'epoca- si lascia affascinare dall'etica della gloria epica, del coraggio e del sangue e rilancia la bugia che gli Spartani fossero uomini liberi, quando le loro rigidissime leggi e tradizioni li rendevano invece tutti militarmente inquadrati sin dall'infanzia.

Avevo già notato un certo grado di comprensione ed ammirazione per alcuni dei boss della camorra che lui ha messo allo scoperto in "Gomorra". Ammirazione e comprensione che gli permettono di capire e poter spiegare ad esempio la scena del boss Sandokan, che all'arresto si presenta in giacca di cuoio, codino da pirata e sguardo fiero alle telecamere, anziché pateticamente nascosto sotto un giaccone come spesso si vede. Atteggiamento -spiega Saviano- direttamente indirizzato ai suoi uomini ed alla gente della zona che controlla, per far loro vedere chi era e restava il capo.

Leggendo Gomorra, ho molto ammirato la sua capacità di giornalista di razza, di raccontare eventi, meccanismi e personaggi senza davvero giudicare né mettersi sul pulpito del giusto, ma lasciando al lettore la libertà di reagire a modo suo.

Stavolta, invece, sono rimasto sorpreso dall'infantile entusiasmo che esprime -sebbene con la consueta freddezza- nei confronti degli 'uomini liberi' agli ordini (si nota l'inconsistenza?) di Leonida, in una società retta da regole assolute e rigidissime (che arrivavano all'eugenetica ante litteram, visto che i bambini deboli, malati o deformi venivano uccisi).

Io gli Spartani li ho sempre considerati dei barbari. Un buco nero di fanatici in una Grecia illuminata  che altrove produceva dibattito, filosofia, cultura, arte, rispetto dell'uomo, diritto.

Evidentemente semplifico, sia su Sparta che sul resto della Grecia di quei tempi. Ciononostante mi ha colpito che una persona così lucida come Saviano si sia lasciato affascinare dai superficiali personaggi di un (seppur splendido) fumetto/film epico da ragazzini creato da un Frank Miller che significa Batman, Daredevil, l'Uomo Ragno, Hulk...: il mondo chiaramente e semplicemente diviso in buoni e cattivi. Atteggiamento che Miller ha confermato anche nella vita reale, con i commenti sull'impero dei buoni che avrebbe dovuto essere più duro con i cattivi selvaggi di Al Quaeda.

Mi sono piaciuti molto sia il fumetto che il film, ma non ho dimenticato di cosa si trattasse ed ammetto di non aver simpatizzato per i 'buoni' di Leonida nei confronti dei quali ho invece provato un certo disprezzo.
Ad esempio: quando il comandante degli Arcadi si sorprende che Sparta abbia mandato solo 300 soldati, Leonida chiede ad alcuni Arcadi quali siano i loro mestieri, ottenendo come risposta mestieri normali: carpentiere, pescatore... Poi lo chiede ai suoi che gli rispondono tutti levando le armi. Così Leonida può rispondere al comandante degli Arcadi di avere portato più soldati di lui.
La scena è splendida, epica ed eroica, ma trasmette l'infantile e frequente disprezzo dei militari nei confronti della società che li sostiene, finanzia, che loro devono difendere e che dà loro ragione di essere. Il disprezzo del bullo nei confronti di chi è meglio di lui.
Che lo faccia un fumetto lo capisco. Che lo ammiri Saviano, no.

mercoledì 3 marzo 2010

Libertà

«La libertà è come l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare. Ricordatevi, ogni giorno, che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica».
Piero Calamandrei

martedì 2 marzo 2010

Polverini volto nuovo? Lo dimostrasse!

Riporto di seguito la mia risposta alla sguaiata reazione della Polverini alla esclusione della sua lista dalla competizione elettorale in Lazio. Questa risposta l'ho scritta sul suo blog. Sarò molto sorpreso se i moderatori del sito, seguaci di quel Berlusconi che sta tentando di tacitare ogni voce alternativa, la faranno mai apparire.


Ma abbia un poco di dignità, mia cara Polverini!


Se la prenda piuttosto con il suo collega maneggione e con il pressappochismo con cui avete affrontato la questione.

Scagliandosi contro regole che avevate tutto il tempo ed il modo di rispettare lei non si qualifica certamente come una paladina della democrazia, né tantomeno come una persone responsabile adatta ad assumersi delle responsabilità istituzionali e più che a guidare il Paese (o una parte di esso) lei si candida piuttosto ad essere vista come una degna esponente di quella ganga di trafficoni scorretti ed irresponsabili (di diversi colori) che da un quindicennio trascinano il Paese nel fango, nella vergogna e nella recessione facendo, in più, del vittimismo ed accusando altri dei propri errori.

Lei si era proposta come un volto nuovo. Faccia di necessità virtù e ci dica qualcosa di nuovo o almeno qualcosa che non sentiamo da anni:

La legge è uguale per tutti.

Pretenda qualcosa di nuovo: senso di responsabilità con l'allontanamento del suo collega disonesto che ha fatto saltare la sua candidatura per voler trafficare le liste a modo suo ( e non per presunti complotti o violenze da parte di chicchessia).

Vuole ottenere quella poltrona? Smetta di mostrarci che quella è l'unica cosa che le interessa ed inizi a mostrarci davvero cosa offre di nuovo a noi elettori.

E allora forse...