Arroccati tra le rocce di un monte. Nascosti nella fitta vegetazione di un bosco. Appollaiati in cima a una ripida scogliera. Piccoli, antichi, semideserti: l'Italia è costellata di borghi in via d'estinzione. Sono paesi che vanno scomparendo, abbandonati da secoli perché afflitti da terremoti, carestie o semplicemente dal richiamo della vita di città. Vivono sospesi nel tempo, abitati da poche anime ma pieni di fascino, storia e arte.

A partire da Civita di Bagnoregio, all'estremo Nord della Tuscia laziale. Ci si arriva percorrendo un lungo ponte pedonale, perché il paese si trova in cima a un'altura di tufo bianco, e galleggia in mezzo a una valle come un'isola.


Da circa due secoli è abitata solo da una ventina di persone. Le case in pietra circondano la cattedrale, tra balconcini fioriti, vicoletti e arcate con vista sulla valle. A proposito di vista, offre un bel colpo d'occhio l'Hostaria del Ponte, affacciata sul dirupo: provate le ricette della zona, come la pasta acqua e farina.

Restando nel Lazio, a una settantina di chilometri dalla Capitale si trova Cervara di Roma, piccolo comune che segna la porta d'ingresso al Parco Naturale dei Monti Simbruini. Immerso nel verde delle faggete, è affacciato sulla Valle dell'Aniene e sui monti vicini: questo paese era meta prediletta di artisti e stranieri che vi si ritiravano per le sue bellezze naturali. Oggi offre una passeggiata vivace ricca di murales e sculture, tra abitazioni quattrocentesche e tortuose stradine, la caratteristica scalinata che costeggia la Chiesa di S. Maria in Ruvo, la Casa del Capitano, la Torre del Trecento e la chiesa di S. Stefano Protomartire, fino alla fortezza medievale in cima allo sperone, con una vista mozzafiato sulla valle.


All'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, in Abruzzo, troviamo Santo Stefano di Sessanio, un piccolo borgo di origine medievale completamente costruito in pietra calcarea bianca, abitato da un centinaio di residenti, che oggi sta vivendo una seconda vita. Dopo essere stato terra della famiglia Medici, il borgo ha subito un lento ma inesorabile decadimento. Disabitato, lasciato morire sotto l'incuria del tempo e dell'abbandono, è rinato grazie all'idea di un imprenditore svedese che ne ha fatto uno splendido albergo diffuso. Niente è stato cambiato: ogni casa, strada e piazza è stata ristrutturata mantenendo il disegno originario. Si soggiorna nelle dimore d'epoca e si cena nella locanda, gustando piatti poveri della tradizione, come la zuppa di lenticchie servita con quadratini di pane fritto in olio di oliva.


Vicino a L'Aquila c'è Scanno, piccolo centro incastonato fra i Monti Marsicani e il Parco Nazionale d'Abruzzo. Tra le sue strade si trovano i resti di un'antica epoca d'oro: la corte del seicentesco Palazzo Tanturri de Horatio, fontane con stemmi nobiliari, la chiesetta di S. Maria di Costantinopoli con l'affresco della Madonna in trono, Porta della Croce, ricordo quattrocentesco dell'antica cinta muraria. Scanno offre una passeggiata ricca di arte e storie, tra palazzetti nobiliari e fontane barocche, arcate e vicoli incantati, botteghe di artigiani e locande d'antan dove assaggiare sagne e fagioli, maccheroni alla chitarra oppure i tipici cazzellitti con le foglie.

In Umbria è Castelluccio di Norcia, in provincia di Perugia, a sorprendere i visitatori con le sue atmosfere fuori dal tempo. Si trova a una mezzora da Norcia, appollaiato a 1452 metri d'altezza nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in Valnerina. In un labirinto di stradine che salgono e scendono, si arriva al cuore del centro: attraversando la vecchia fortificazione cinquecentesca, di cui rimane solo un portale, ci si ritrova nella piazzetta della chiesa di S. Maria Assunta, del 1500. Anche la tradizione culinaria fa parte del suo patrimonio storico: accomodatevi alla Locanda Dè Senari o all'Antica Cascina Brandimarte e assaggiate le eccellenze del posto, dal tartufo nero alla lenticchia, i salumi e i prodotti della norcineria, i formaggi, miele, farro e altri cereali.


Vicino a Sanremo, poi, incontriamo Bussana Vecchia, una frazione sulle colline liguri abitata e dinamica fino a fine Ottocento, resa inagibile da una violenta scossa di terremoto nel 1887. Fino agli Sessanta è rimasta abbandonata. A salvarla è stata una comunità di artisti, che l'ha ristrutturata e trasformata in un villaggio creativo e bohemienne. Oggi è una meta turistica vibrante di storia e arte, con mostre di pittura, musica dal vivo, mercatini di artigianato tra i vicoli, letture e proiezioni. Fermatevi all'Osteria degli artisti, il locale più antico del borgo: dalla bella terrazza si gusta il panorama e le specialità della cucina locale.


Più a Nord, nell'Alto Monferrato, su uno sperone roccioso alla sinistra del fiume Orba sorge Rocca Grimalda (Alessandria). Il borgo si sviluppa intorno al maestoso Castello Grimaldi, del Duecento, caratterizzato da una torre circolare a cinque piani che domi- na l'ampia valle dell'Orba. Dagli anni novanta questo piccolo centro vive un periodo di rinascita e turismo, grazie al suo fascino decadente e agli ottimi vini locali, tra cui il Dolcetto di Ovada e il Barbera del Monferrato, che invitano a percorsi enogastronomici tra le tante cantine di zona.

Dalla parte opposta dello Stivale, scendendo in Basilicata, il piccolo borgo di Castelmezzano (Potenza) dà il benvenuto sulle Dolomiti Lucane. Disteso su una parete di guglie e rocce, ha conservato la struttura originaria medioevale. Le case, con i tetti in lastre di pietra arenaria, sono circondate da scale ripide che invitano ad arrampicarsi in cima al centro storico. Passeggiando tra i palazzi gentilizi del borgo sono da vedere Chiesa Madre di S. Maria, del XIII secolo, la Cappella di S. Maria, la chiesa rupestre della Madonna dell 'Ascensione scavata tra le rocce, i resti del fortilizio normanno-svevo e il cimitero prenapoleonico.

Quindi, Morano Calabro, alle pendici del Pollino, uno dei centri storici più suggestivi della Calabria. Le architetture medievali e rinascimentali si fondono alle bellezze della natura: la pietra degli archi, dei torrioni e delle case si mescola con i monti circostanti e crea una cartolina che ricorda un vecchio presepe con le casette con i tetti rossi e i vicoli stretti che salgono al castello. Molte le soste storiche: la Chiesa di S. Bernardino da Siena in stile tardo-gotico è un esempio di architettura monastica quattrocentesca, il Castello di origine normanna, l'antica Collegiata dei SS. Pietro e Paolo, e il Convento dei Cappuccini, con l'austero chiostro seicentesco. Per le viuzze del centro gli odori della cucina invitano a entrare nelle trattorie tipiche per una degustazione di prodotti e piatti locali, come i rascateddri, maccheroni con sugo di salsiccia e il tradizionale stoccu e pateni, stoccafisso con patate e peperoni secchi.