Tanto per chiarire / Just to make it clear


Tanto per chiarire / Just to make it clear

Più che un blog questo è un diario di appunti, dove spesso mi segno e rilancio articoli ed opinion interessanti trovate in giro per la rete.

Cerco sempre di citare e linkare correttamente la fonte originale. Se comunque trovaste roba vostra che volete che tolga o corregga, vi prego di segnalarmelo a Stef@cutillo.eu
This is a notebook -not really a blog- where I often relaunch interesting stuff I find roaming on the net.
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Questo blog, ovviamente, non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità e con molta poca coerenza. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 e seguenti.
This is just a silly legal note to state that this (SURPRISE! SURPRISE!)
is not a newspaper or a news publication whatsoever.

mercoledì 30 maggio 2012

Come nascono e si giustificano le religioni

Dal Blog di Leonardo su l'Unità.

Io credo che di Beppe Grillo si debba parlare seriamente, come di un leader di un grande movimento politico e di opinione che si merita rispetto più di tanti segretari di partitini. Per questo mi dispiace, sinceramente, che in una giornata come quella di ieri così angosciosa per le migliaia di persone che vivono a poche decine di km da un sisma infinito e imprevedibile, Grillo abbia deciso di dare spazio sul suo blog a Giampaolo Giuliani, scrivendo che “è in grado di anticipare di 6-24 ore il manifestarsi di un terremoto”: cosa che lo stesso Giuliani non è mai riuscito a dimostrare. Grillo scrive che “la sua ricerca sui precursori sismici ha salvato la vita a quanti, nel 2009 in Abruzzo e in questi giorni in Emilia Romagna, hanno dato ascolto ai suoi allarmi”. Nel 2009 Giuliani prevedette effettivamente un forte sisma in Abruzzo (in un momento in cui lo sciame sismico era già iniziato), ma sbagliò il giorno e il luogo. Quanto all’Emilia Romagna, non mi pare che Giuliani avesse dato allarmi di sorta; del resto la regione è ben lontana dallo spettro dei suoi rilevatori. Presentare Giuliani come l’uomo che avremmo dovuto ascoltare per salvarci la pelle è molto più che una sciocchezza: è un insulto alla gente che in queste ore sta cercando di mantenere la calma e comportarsi in modo razionale, in un contesto che di razionale purtroppo non ha niente. Non possiamo “anticipare” tempi e luoghi dei terremoti, con buona pace di Giuliani, al quale auguro di riuscirci un giorno. Però Grillo sa che vorremmo esserne capaci, di più: che lo pretendiamo. Forse è questo che lo ha reso leader di un grande movimento di opinione: aver capito come soccorrere la fede dei delusi. Cerco di spiegarmi meglio. Un terremoto è qualcosa che scuote le nostre certezze, ci riporta a quello stato di impotenza in cui l’uomo primitivo ha cominciato a elaborare i miti: tentativi di spiegare l’inspiegabile, o almeno di raccontarlo. In mancanza di una scienza e di una memoria storica, presupporre l’esistenza di esseri supremi che scagliano fulmini o scuotono la terra dal sottosuolo non era così irragionevole. Prima di diventare favole per bambini e letterati, i miti sono stati ipotesi. Oggi non ne abbiamo più bisogno, si dice, perché abbiamo la scienza. Il problema con la scienza, in particolare da noi in Italia, non è che non la studiamo abbastanza – senz’altro potremmo studiarla di più, e metterla al centro del nostro sistema educativo; non sarebbe una brutta idea. Però alla fine non è esattamente questo il problema. Il guaio è che, pur conoscendola male, la diamo tutti per scontata. Ci fidiamo di lei. Crediamo che abbia tutte le risposte: basta consultarla e ci spiegherà ogni cosa. In sostanza, invece di sostituire la religione con la scienza, abbiamo fatto della scienza una religione. Ma la scienza non è una religione: non ha tutte le risposte, non ci salva sempre il sedere, non è il suo compito. Lo si vede molto bene nella fase immediatamente successiva a un terremoto, quando ci accorgiamo, una volta di più, che la scienza non ce lo ha predetto: perché questa cosa che ci aspettiamo da lei, che quasi diamo per scontata, la scienza non la fa. Non è l’oroscopo, non è cartomanzia: se ci fossero sistemi efficaci di predizione la scienza li userebbe; un giorno forse gli scienziati li troveranno e li useranno; nel frattempo però le predizioni non le sanno fare, e (tranne Giuliani) non hanno mai detto di saperle fare. Questa cosa ogni volta ci sorprende e ci addolora. Pensavamo che la scienza fosse un oracolo. Lo pretendevamo. Sui social network la gente si lamenta: ma che ci stanno a fare i sismologi se non sanno neanche dirci quando viene un terremoto? Perché non fanno le previsioni dei sismi, come quelle del meteo? È un’ingiustizia, una negligenza, un complotto dei poteri forti, eccetera. Alla fine siamo più superstiziosi dell’uomo primitivo: lui la teoria del Dio che scaglia il fulmine la elaborava in mancanza di meglio, ma almeno elaborava qualcosa. Noi non elaboriamo più: siamo convinti che da qualche parte esista un libro con tutte le risposte dentro. Se solo lo aprissimo, scopriremmo che è un libro imperfetto, che contiene ancora più domande che risposte. Non lo ha scritto un’autorità onnisciente, ma uomini imperfetti come noi. Per esempio, alla pagina “come prevedere i terremoti” per adesso c’è un bel vuoto. Questo noi non lo possiamo assolutamente consentire. Quella pagina da qualche parte dev’esserci: magari qualcuno ce la nasconde per un secondo fine. Per fortuna che c’è gente come Giampaolo Giuliani, a riempire gli spazi criminalmente lasciati vuoti. Molte pseudoscienze funzionano così: servono a salvare la nostra fede incorreggibilmente religiosa nei confronti della scienza. L’economia, quando non è troppo difficile, è un enorme spazio rimasto bianco: sostituiamolo con la mistica del ritorno alla lira, o quella del signoraggio. I terremoti sono imprevedibili? Sarà colpa di HAARP, o del fracking (che in Italia ancora non si è fatto). Internet, che secondo le fantasie apocalittiche di Casaleggio dovrebbe creare un impero mondiale di condivisione, per ora rimane un serbatoio da cui attingere teorie strampalate adatte all’uso. Prima o poi durante un nubifragio qualcuno tirerà fuori l’idea di un Dio del fulmine arrabbiato con noi; in fondo non è un’ipotesi così irragionevole, in mancanza di scienza e di memoria.

venerdì 25 maggio 2012

Serendipity

Ho appena finito di leggere un paio di libri (fiction leggera, ma ben scritti) con protagonisti lupi mannari.
Inizio un nuovo libro (diverso autore, diversa lingua, diverso Paese, diverso stile, diverso genere...) e la prima parola è 'I lupi'.

Nel frattempo mia moglie ha appena iniziato a leggere un altro libro con un grosso lupo ringhioso in copertina.

Coincidenze del genere capitano di continuo.
Le anime belle (politically correct per: "idioti") vogliono credere di vederci un disegno intelligente, il destino, i fato, le parche che tessono le vite degli uomini.

Ma di coincidenze del genere ne capitano talmente tante e talmente spesso che se davvero dovessi credere che siano un messaggio superiore potrei solo rispondere: "Piantala di fare tutto 'sto rumore! Se hai qalcosa da dirmi, mandami una cazzo di email, rompicoglioni!"

mercoledì 16 maggio 2012

Vent'anni dopo

Vent'anni (e tre mesi) fa partiva Mani Pulite e saltava in aria Tangentopoli, un sistema di efferata corruzione generalizzata particolarmente (ma non solo) tra i partiti al potere sino a quel momento, di cui tutti sapevano, ma contro cui nessuno osava levarsi.

Sino ad allora i partiti avevano reagito con sdegno ed aggressività, alle accuse di corruzione bollate come 'populismo', 'qualunquismo', ...

L'arroganza del potere are tale da non tollerare neanche più la satira.
Ne fece le spese un comico geniale e graffiante, colpevole di una battuta insinuante la corruttela del partito dell'allora Presidente del Consiglio che gli valse il bando eterno sia dalla TV pubblica che da quella privata, proprietà dell'amico e sodale del Presidente del Consiglio di cui sopra.

Vent'anni fa alcuni magistrati ebbero il coraggio di provare finalmente a scalfire quel vergognoso muro di omertà, scoprirono quel verminaio putrido, sbatterono in galera uomini estremamente potenti colti con le mani nel sacco dei beni pubblici, portarono le prove in tribunale, diedero il via ai processi.

Il popolo italiano ebbe un moto d'orgoglio e di speranza. Gridò "Ora basta tollerare!" Lanciò monetine agli arroganti capibanda al grido di "rubatevi anche queste!".
I capi di quello schifo finirono additati al pubblico disprezzo. Il più arrogante di tutti finì i suoi giorni da latitante. Qualcuno, tra i pochi con ancora un po' di dignità, mise fine ai suoi giorni.

La guerra fredda, con le sue minacce, le sue influenze e le sue limitazioni alla nostra democrazia era finalmente finita. 
Chi ne aveva tratto indebite rendite di posizione veniva scalzato dal potere. 

Partiti nuovi nascevano sull'onda del disprezzo per il potere centrale con sede a Roma. Partiti che vennero definiti 'giustizialisti' o addirittura 'forcaioli' e che rivendicavano con orgoglio queste sprezzanti definizioni, arrivando a sventolare cappi e nodi scorsoi in Parlamento, all'indirizzo di coloro che accusavano di corruzione.

Era l'irripetibile occasione di costruire finalmente quello che un politico dalle geniali intuizioni definì allora "Un Paese Normale"!

Vent'anni dopo 

Vent'anni dopo, i forcaioli di allora sono travolti da scandali per una corruzione talmente avida e grossolana che neanche allora sarebbe stata tollerata.

I magistrati di allora hanno quasi tutti dovuto rinunciare alla caccia. Alcuni sono entrati in politica essi stessi per tentare di cambiare le regole e facilitare la prosecuzione dei corrotti, ma persino tra le loro fila sono esplosi vergognosi scandali.

Il comico esiliato allora è diventato un capopopolo arrabbiato, tanto da diventare il terzo partito alle recenti elezioni, senza bisogno di un programma, ma solo dando voce (ed improperi) alla rabbia ed alla frustrazione di chi non ne può più di tollerare.

Gli eredi del grande partito di popolo che aveva dominato tutta la storia repubblicana sono ridotti a poche sparute tribù attorno a capi minori e poco noti, la cui unica ragion d'essere è vivere di finanziamenti pubblici.

Gli eredi dell'altro grande partito di popolo che opponeva al primo una visione alternativa è privo di leader degni di tale nome da oltre quindici anni, da quando al politico geniale dalle geniali intuizioni venne a mancare il coraggio delle sue opinioni e lui si vendette, in nome di una realpolitik degna di miglior causa, ad un machiavellismo meschino e vile per il quale, credendosi burattinaio divenne la marionetta, l'utile idiota del peggior nemico del suo elettorato.

E quest'ultimo ha dominato a suo piacere e per i suoi comodi il ventennio di cui sopra, presentandosi come 'L'uomo nuovo', accolto da chi avrebbe dovuto fare i conti con la storia come 'L'uomo della provvidenza' (come all'alba di un'altro ventennio infame) che da quei conti li avrebbe salvati.
Non ha mai convinto più di un elettore su tre (tra cui molti lo scelsero come il male minore), ma ha sdoganato e portato al potere i partiti che mai e poi mai avrebbero avuto accesso alla stanza dei bottoni senza di lui, e che quindi da lui divennero dipendenti, compresi gli ex forcaioli di cui sopra, obbligati a mantenerlo al potere volenti o nolenti, perché lui potesse mantenervi loro.

Sotto di lui il potere era senza compromessi. Non c'era più spazio per la concertazione nazionale di un tempo, nella quale governo ed opposizione comunque negoziavano da posizioni diverse, ma nell'interesse generale.

Sotto di lui c'era spazio solo per i suoi interessi e, di ricaduta, per quelli di chi gli tornava comodo.
Non c'era spazio per il dibattito sui media, che mise sotto il tallone, quasi senza eccezioni.

Persino lui, però, oggi è in caduta, trascinato nel fango da comportamenti vergognosi per cui in qualunque altro Paese sarebbe già stato condannato.

Un'altra guerra di portata mondiale (quella al terrorismo) sta finendo in maniera ingloriosa per tutti, mentre tra i Paesi satelliti dell'allora Guerra Fredda si fanno largo i veri protagonisti di domani costruendo un futuro nel quale il nostro ruolo è ancora tutto da guadagnare.

L'irripetibile occasione di allora l'abbiamo mancata.
Oggi la reazione popolare è molto più stanca, meno appassionata, logorata da anni di delusioni dopo soprassalti d'orgoglio resi inutili dall'assenza di un leader. Fiaccata dalle difficoltà di una crisi i cui costi vengono scaricati sui più deboli da chi della crisi è responsabile.

L'occasione, stavolta, non è epocale come allora.
I leader che dovrebbero guidare il Paese fuori dalle conseguenze di decenni di malcostume oggi sono mezze figure; quelli che avrebbero potuto farlo sono stati bruciati tutti, senza eccezioni, da scandali veri o costruiti, dalla impossibilità di ottenere maggioranze non prezzolate attorno a progetti di governo onesti e seri, dalla rassegnazione di un Paese che ha smesso di credere che le cose si possano cambiare.
Dalla rassegnazione di un popolo che si è arreso a credere che vivere onestamente sia inutile.

Non credo più che sia possibile la rivoluzione pacifica che sognavamo allora.
Quella che ebbero a Lisbona, a Praga... ma che non fummo capaci di avere a Roma.

Ma sogno ancora che almeno stavolta abbiamo la forza ed il coraggio di esigerne ed ottenerne una più piccola, minore, normale: sogno di vedere in prigione chi ci ha derubato per anni di denaro pubblico, dignità e senso dello stato.

http://www.unita.it/italia/lega-bossi-e-il-trota-indagati-a-milano-1.411518


venerdì 11 maggio 2012

Angeli




"Über die Verführung von Engeln" von Bertolt Brecht
Engel verführt man gar nicht oder schnell.
Verzieh ihn einfach in den Hauseingang
Steck ihm die Zunge in den Mund und lang
Ihm untern Rock, bis er sich naß macht, stell
Ihm das Gesicht zur Wand, heb ihm den Rock
Und fick ihn. Stöhnt er irgendwie beklommen
Dann halt ihn fest und laß ihn zweimal kommen
Sonst hat er dir am Ende einen Schock.
Ermahn ihn, dass er gut den Hintern schwinkt
Heiß ihn dir ruhig an die Hoden fassen
Sag ihm, er darf sich furchtlos fallen lassen
Dieweil er zwischen Erd und Himmel hängt –
Doch schau ihm nicht beim Ficken ins Gesicht
Und seine Flügel, Mensch, zerdrück sie nicht.

"Sulla seduzione degli angeli" di Bertolt Brecht 
L'angelo va sedotto immediatamente o lascia perdere  
Trascinalo nell'ingresso di casa 
Infilagli la lingua in bocca e smanettalo a lungo
Sotto la gonna, sinché non si bagna, sbattigli 
La faccia al muro, sollevagli la gonna 
E fottilo. Se oppresso geme, 
Tienilo fermo e fallo venire un paio di volte 
Che non gli venga un collasso. 
Esortalo ad agitare bene il culo 
Sussurragli di prenderti i coglioni 
Digli di lasciarsi andare senza paura 
Mentre è sospeso tra il cielo e la terra 
Ma non guardarlo in faccia mentre lo fotti 
E attento a non schiacciargli le ali!