Tanto per chiarire / Just to make it clear


Tanto per chiarire / Just to make it clear

Più che un blog questo è un diario di appunti, dove spesso mi segno e rilancio articoli ed opinion interessanti trovate in giro per la rete.

Cerco sempre di citare e linkare correttamente la fonte originale. Se comunque trovaste roba vostra che volete che tolga o corregga, vi prego di segnalarmelo a Stef@cutillo.eu
This is a notebook -not really a blog- where I often relaunch interesting stuff I find roaming on the net.
I always try to link correctly the original sources. If anyway you find your stuff and want me to remove or correct it, please let me know at Stef@cutillo.eu


Questo blog, ovviamente, non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità e con molta poca coerenza. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 e seguenti.
This is just a silly legal note to state that this (SURPRISE! SURPRISE!)
is not a newspaper or a news publication whatsoever.

giovedì 28 luglio 2022

Futuro nero

Alla festa di addio di amici che si trasferivano, chiacchieravo con un tizio appena conosciuto. 

Non so come siamo finiti a parlare della mia storia personale, di come sono arrivato qui e di cosa feci allora, ed in particolare di tutta una serie di previsioni che feci e in base alle quali impostai il mio lavoro, quando cambiai completamente professione per seguire la famiglia. 

Gli ho raccontato di quando avevo previsto con molto anticipo la grave crisi finanziaria del 2007/2008. Di come tentai di avviare un grande progetto internazionale di informazione economica, nel disinteresse generale, in quegli anni in cui si dava per scontata la vittoria americana della Guerra Fredda ed il conseguente benessere crescente per sempre. Quella che con sin troppo entusiasmo e troppa fretta, un politico e politologo americano definì "la fine della Storia", salvo poi farsi smentire clamorosamente dagli attentatori dell'11 settembre 2001. 

Gli raccontai di come quel progetto che non trovò estimatori, finii per riconvertirlo per parlare di salute -argomento ben più federatore- e di come finii per produrre, tra l'altro, un documentario che analizzando la storia della SARS, annunciava l'arrivo, prima o poi, di quello che sarebbe stato il Covid (SARS2).

E gli raccontai di quando chiacchierando con amici nel 2019, qualche mese prima delle elezioni presidenziali statunitensi, spiegai che se avesse rivinto Trump (esito poco probabile) sarebbero stati guai per l'economia americana e per il loro posizionamento internazionale, ma che se avesse vinto Biden sarebbero stati guai grossi per tutti gli altri, a partire dall'Europa e la Russia, e che l'Ucraina sarebbe stata mandata al macello, usata come un grimaldello per scardinare le velleità europee e russe di liberarsi dell'oramai inutile egemonia americana. 

Non avevo la sfera di cristallo. Semplicemente sono un giornalista ed avevo seguito il golpe ucraino del 2013/'14, quando ad incitare dalle barricate i rivoltosi contro il presidente ucraino, colpevole di non essere sufficientemente filooccidentale, c'erano diversi politici americani, e quando negli anni successivi, molti numeri due dell'amministrazione Obama, a partire dal vicepresidente Biden, si concentrarono nel tentativo di spingere l'Ucraina alla rivolta contro lo storico alleato russo, contro la maggioranza degli ucraini, che se nelle regioni occidentali guardavano a Bruxelles e a Washington, nel resto del Paese votavano compattamente per la sicurezza del rapporto privilegiato con Mosca. 

Per una volta che qualcuno mi ascolta, mi sono lasciato andare. Lui era affascinato. 
Mi ha chiesto cosa prevedo per il futuro. 

Lì per lì non mi è proprio venuto in mente di fare vaticinii. 
Ripensandoci, credo di poter prevedere un futuro grigio per l'Europa Unita. Un futuro già iniziato nel momento in cui le pressioni e le provocazioni americane con lo spauracchio della NATO hanno spinto la Russia di Putin ad invadere l'Ucraina, in difesa degli Ucraini filorussi bombardati oramai dal 2014, ma anche in difesa dei propri confini, oramai minacciati esplicitamente dai progetti di adesione alla NATO, il che vorrebbe dire avere armi e truppe storicamente (e potenzialmente) nemiche a pochi passi da Mosca, senza neanche ostacoli naturali a poterne rallentare l'eventuale avanzata. 

Gli Stati Uniti stanno vivendo un momento difficile. Sono profondamente spaccati tra destra e sinistra, tra straricchi e strapoveri, tra conservatori ed antirazzisti, tra antiabortisti e liberal... Il loro predominio economico è messo a rischio dall'emergere di economie alternative, dalla Cina, all'India, al sudamerica non più controllabile con colpi di stato e dittature, oggi che la scusa della minaccia comunista non ha più senso. 

Il rischio di conflitto civile è tutt'altro che peregrino, vista la quantità e qualità di armi che circolano e le milizie paramilitari che prosperano. D'altronde già oggi le frequenti sparatorie a sfondo razziale o religioso, sarebbero considerate un conflitto in qualsiasi altro Paese occidentale. 

La guerra "al terrorismo" ha perso smalto, ragione di essere e credibilità, visto, tra l'altro, che gli Stati Uniti continuano a sostenere senza compromessi l'Arabia Saudita, principale sponsor del fondamentalismo islamico. 

Per riunificare il Paese (soprattutto i conservatori) e rimettere il guinzaglio agli alleati europei, che iniziavano a rimettere in discussione persino la NATO, gli Stati Uniti avevano bisogno di un nuovo nemico. E perché cercarne uno nuovo, se si può riciclarne uno vecchio, che nell'immaginario occidentale è sempre rimasto, se non propriamente ostile, almeno inaffidabile, con il suo rifiuto di allinearsi.
Ed ecco gli studi dei consulenti del Pentagono che da anni analizzavano le diverse opzioni per destabilizzare la Russia e costringere gli europei a smettere di trattarla da partner politico e commerciale. 
L'ipotesi favorita era l'Ucraina, con "costi" contenuti, facilità di esecuzione e "benefici" rilevanti (in termini di danni alla Russia. 

E quale momento migliore per dare la spintarella finale, che questo momento, con l'Europa distratta e indebolita da anni di emergenza Covid e dal disastro della Brexit, ed in piena crisi politica, con l'uscita di scena di esponenti politici di primo piano e grandezza e l'Unione Europea in mano a nani politici, come la Van der Leyen, la Metsola, o i tanti dimenticabilissimi dirigenti nazionali, tra i quali sembra un gigante persino una mezza calzetta come Macron. 


E quindi vedo un futuro grigio. Nel momento in cui l'UE aveva saputo contenere il tumore della Brexit e restituire agli inglesi il prezzo del nazionalismo esasperato ed inutile che non avevano saputo gestire; quando stava faticosamente contenendo gli altri nazionalismi stupidi di polacchi ed ungheresi, favoriti dai meccanismi di funzionamento dell'Unione, e proprio mentre l'UE stava riuscendo a fare fronte comune contro i populismi più beceri, ecco che Putin, che da quasi dieci anni si limitava a sostenere gli Ucraini filorussi, si trova minacciato apertamente di trovarsi la NATO ai confini. Non più i limitati confini Baltici, ma le interminabili e indifendibili pianure meridionali, da cui potrebbero facilmente tracimare i nuovi "barbari", un nuovo Napoleone o un nuovo Hitler come quelli del passato che ancora abitano gli incubi dei Russi. 

Ed i leader europei, colti alla sprovvista perché tutti troppo occupati con i loro piccoli problemi interni, non hanno saputo fare altro che accodarsi ciecamente ed acriticamente al vecchio padrone americano. Burattini contro i nostri stessi interessi. Oramai troppo implicati per poter azzardare i passi indietro che visibilmente i meno peggiori vorrebbero iniziare a fare adesso che ci arrivano addosso le prevedibili conseguenze del nostro coinvolgimento in un conflitto che non ci riguardava. 

Sarà difficile rialzarsi, dopo esserci ciecamente autosabotati con sanzioni che paghiamo soprattutto noi (assurdo bloccare le importazioni di gas e greggio russo per ricomprarlo dagli americani a prezzi enormemente maggiorati ed in quantità molto inferiori!). 

Sarà dura tornare ad essere centrali, dopo aver trattato da paria un prezioso e vicino alleato ed aver restituito il comando agli Stati Uniti, rinunciando ad essere trattati da pari a pari. 

Sarà dura recuperare la credibilità perduta, dopo che l'UE delle frontiere chiuse e dell'immigrazione controllata ha accolto in massa milioni di ucraini al grido di "sono come noi", perché presumibilmente alti belli e biondi (Ariani?) e nominalmente cristiani (anche se è la prima volta che consideriamo davvero tali gli ortodossi), ma non troppo. 

Dopo questa continentale dimostrazione di razzismo, come potremo tornare a considerarci la culla della civiltà e della tolleranza? Come potremo dirci diversi da chi discrimina su base razziale? 

L'Europa in cui credevo come faro di futuro si è azzoppata da sola. Ovunque prosperano i peggiori nazionalismi, i populismi più inetti... 

Prevedo anni difficili. Spero non si arrivi alla catastrofe. 

Ho sempre saputo che la storia va avanti per cicli, tornando spesso un bel po' indietro. 

Speravo di risparmiarmi il ciclo che vedo arrivare. Probabilmente mi ero illuso, un po' come quell'americano della "fine della storia" (Francis Fukuyama), che la Storia stesse andando davvero nella giusta direzione. 

Spero che sia vero l'adagio per cui la Storia si ripete sempre, la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Ma temo che anche una versione farsesca dei nazionalismi dello scorso secolo ci costerà enormemente cara, oggi. Anche perché il pericolo rappresentato dall'arsenale nucleare statunitense, prima ancora che russo, non ha fatto che aumentare. 




giovedì 10 marzo 2022

Facebook sucks

Riprendo in mano questo vecchio blocco degli appunti dimenticato in un cassetto da anni, per uno sfogo.
D'altronde questo blog (da web log: diario online) è nato proprio per questo: sfogarmi ("Steam out!")

Facebook fa schifo.
È gestito da schifo, è frequentato da schifo ed è progettato per fare schifo, per renderti dipendente dall'interazione virtuale, quindi per "triggerarti", come si dice oggi con orrido neologismo dall'inglese, ossia per attivare continuamente la reazione del cervello, facendoti sentire continuamente sotto attacco e nel bisogno di reagire.

Però è anche ipocrita. Un simile gigante non può cavarsela esplicitando quello che oramai sanno tutti (anche da interviste a dipendenti e dirigenti che ne sono usciti), ossia che facebook campa fomentando malessere.
E allora finge di voler moderare il razzismo, l'omofobia, la violenza... che invece provocano reazioni e aumentano il traffico (che poi è ciò che facebook vende: sul traffico basa le tariffe pubblicitarie e la profilazione degli utenti).

In realtà attiva una serie di filtri che le permettano di dire che modera i contenuti, senza farlo davvero. Filtri che lasciano passare ogni sorta di disinformazione, di proclami razzisti, omofobi ecc., ma che poi puniscono a caso chi usa determinate espressioni.

Io facebook lo uso principalmente per sondare l'opinione pubblica su determinati argomenti, lo uso come newsfeed (nel senso che ho selezionato una serie di fonti di stampa o altro che condividono informazioni che mi interessano. Non le prendo per oro colato, ma mi offrono una panoramica di ciò di cui si parla al momento).

Lo uso anche per partecipare al dibattito pubblico, offrendo analisi, spunti ed opinioni diverse da quelle che circolano. Opinioni ragionate, non reazioni pavloviane, come la gran parte dei commenti di quella piattaforma idiota. Mi assicuro di essere sempre in grado di poter difendere le cose che scrivo. Sono un giornalista, dopo tutto. So come si fa e quanto sia importante.

E lo uso per reagire all'odio montante regolarmente contro questi o contro quelli, per chiedere una società più giusta ed aperta, per discutere le scelte dei miei politici di riferimento. Per dare testimonianza dell'esistenza di opinioni come le mie sui grandi temi dell'attualità: antifascista, antirazzista, ma soprattutto non prono a narrazioni uniche, a visioni manichee della geopolitica o della morale.
Non ho paura di esprimere opinioni controverse, perché spesso sono controverse solo perché derivano da un ragionamento complesso, che prende in considerazione i diversi punti di vista, anziché schierarsi a priori per questo o per quello.
Opinioni che sono perfettamente in grado di argomentare all'interno di una discussione aperta.

Non ho mai preteso di aver ragione. Pretendo di stimolare ragionamenti. Sono sempre pronto a cambiare idea. Esigo che chi mi chiede di farlo mi convinca proponendo e sviluppando argomenti e non gridando più forte di me.

Mi aspetterei di essere censurato per i contenuti di ciò che scrivo, soprattutto in questi giorni di guerra, in cui contesto la vigente narrazione bellicistica favorevole a questi o quelli, ma siccome sto attento ad argomentare, le mie tesi non possono essere taggate semplicemente come "fomentare odio" (anche perché in genere mi scaglio proprio contro chi lo fa).

Mi hanno censurato per una battuta sul post di un amico in visita turistica a Roma: gli avevano chiesto 20 euro per uno spritz ed io gli ho risposto ":'-D 20 euro? Dovrebbero bruciarlo, quel posto! :'-D"

Per facebook sarebbe istigazione a delinquere. Aggiunta ad altre battute simili negli scorsi mesi e anni, che neanche sapevo fossero state archiviate come contestabili, mi hanno classificato come seminatore di odio.
E mi hanno bloccato la possibilità di postare e commentare (persino di mettere like) per un mese.

Però, ovviamente, vista l'ipocrisia della piattaforma, non hanno sospeso il mio account, né nascosto i miei post o commenti. Quindi chiunque può ancora reagire, anche insultarmi, senza che io possa rispondere.

Che facebook venga gestita così è preoccupante perché, volenti o nolenti, facebook è diventato, se non l'unica, una delle principali agora del dibattito pubblico di questi anni, su cui nascono e muoiono iniziative culturali e partiti politici. Spesso i peggiori, proprio a causa dell'appiattimento del dibattito su slogan semplici e quindi necessariamente stupidi e superficiali.

Questo sfogo lo posto qui, nel mio quaderno degli sfoghi che probabilmente non leggerà mai nessuno, visto che scrivo talmente di rado che immagino il mio blog non sia neanche più seguito dai bot di google.

giovedì 26 marzo 2020

Garfunkel and Oates

I really LOVE these two!
They are so politically incorrect they might easily be from Rome!
I adooOORE them!
💓💓💓

giovedì 21 marzo 2019

Riassunto dall'Italia

L'autista che ha sequestrato un pullman di ragazzini e gli ha dato fuoco era italiano di origini senegalesi. Era impazzito dal dolore per i bambini lasciati ad annegare nel mediterraneo. (Pare che abbia affermato che tra i morti ci fossero anche le sue tre figlie). Il bambino che ha nascosto il telefono e dato l'allarme consentendo di salvare tutti è anche lui di origini africane: marocchine. Si chiama Samir. L'autista afferma che voleva solo fare un gesto eclatante e, in effetti, non ha fatto del male a nessuno (ha distrutto il pullman e ha messo a rischio gli ostaggi, ovviamente. Non ci sono giustificazioni che tengano, per questo!). Si diceva esasperato per i bambini morti in mare. Bambini che Salvini oggi vuole lasciar annegare in mare (Non è il solo e non è neanche il primo, ma lui ne ha fatto la sua bandiera politica). Continua a tentare di farlo in spregio alla legislazione nazionale ed agli accordi internazionali, tanto che finisce inquisito per gli abusi contro i migranti salvati da una nave militare italiana. Nelle stesse ore, gli "onesti" che si dicono diversi lo salvavano proprio dal processo (ci fosse mai uno si salva NEL processo dimostrando le proprie ragioni!) proprio mentre il loro numero due nella Capitale veniva arrestato per corruzione (patente, oserei dire, viste il tenore esplicito delle conversazioni intercettate e degli elementi già emersi). Ossia i 5 stelle hanno gettato al vento la loro credibilità di giustizialisti (il loro caposaldo ideologico), per salvare l'alleato accusato di crimini, che se li sta sbranando pezzo a pezzo. CONCLUSIONE: Questi che dovevano essere diversi si stanno dimostrando più uguali degli altri. Solo meno capaci. Quello che si è erto a portabandiera e leader dei cattivisti sta vincendo su tutta la linea. L'opposizione annaspa, tutta presa a discutere di sé stessa e cieca al volere dei suoi elettori (Zingaretti che appena eletto come novità si lagna del voto sul referendum di Renzi è assurdo! Sembra che VOGLIA perdere! Che votiamo a fare se tanto il messaggio non arriva mai?) Sullo sfondo c'è un Paese alla deriva, nuovo, con italiani nuovi perfettamente integrati di cui non parla mai nessuno (si parla sempre solo di criminali). Un Paese che nessuno rappresenta. Un Paese che una politica razzista e senza argomenti sta spingendo verso la guerra civile ed il terrorismo per poi poter dire "ve l'avevamo detto", mentre l'opposizione discute sul proprio ombelico. Ma le basi per questo scontro non c'erano. Il razzismo non c'era. La povertà diffusa non c'era. Era da quarant'anni che non c'era più bisogno di alcun conflitto sociale e che chi ne aveva bisogno politicamente doveva inventarselo (gli attentati di mafia per spingere Berlusconi, la guerra di quest'ultimo a inesistenti "comunisti", i separatismi delle regioni che traggono maggiori vantaggi dallo Stato unitario...). E invece oggi Salvini ci sta riuscendo a creare il conflitto di cui ha bisogno, complice un'opposizione ombelicale, cieca e quasi muta ed una stampa generalmente sempre più pigra e sempre più ancella dei tempi e dei modi dei social media, che poco si prestano ad un giornalismo serio. Non so se provo più schifo o più paura.