Tanto per chiarire / Just to make it clear


Tanto per chiarire / Just to make it clear

Più che un blog questo è un diario di appunti, dove spesso mi segno e rilancio articoli ed opinion interessanti trovate in giro per la rete.

Cerco sempre di citare e linkare correttamente la fonte originale. Se comunque trovaste roba vostra che volete che tolga o corregga, vi prego di segnalarmelo a Stef@cutillo.eu
This is a notebook -not really a blog- where I often relaunch interesting stuff I find roaming on the net.
I always try to link correctly the original sources. If anyway you find your stuff and want me to remove or correct it, please let me know at Stef@cutillo.eu


Questo blog, ovviamente, non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità e con molta poca coerenza. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 e seguenti.
This is just a silly legal note to state that this (SURPRISE! SURPRISE!)
is not a newspaper or a news publication whatsoever.

giovedì 10 marzo 2022

Facebook sucks

Riprendo in mano questo vecchio blocco degli appunti dimenticato in un cassetto da anni, per uno sfogo.
D'altronde questo blog (da web log: diario online) è nato proprio per questo: sfogarmi ("Steam out!")

Facebook fa schifo.
È gestito da schifo, è frequentato da schifo ed è progettato per fare schifo, per renderti dipendente dall'interazione virtuale, quindi per "triggerarti", come si dice oggi con orrido neologismo dall'inglese, ossia per attivare continuamente la reazione del cervello, facendoti sentire continuamente sotto attacco e nel bisogno di reagire.

Però è anche ipocrita. Un simile gigante non può cavarsela esplicitando quello che oramai sanno tutti (anche da interviste a dipendenti e dirigenti che ne sono usciti), ossia che facebook campa fomentando malessere.
E allora finge di voler moderare il razzismo, l'omofobia, la violenza... che invece provocano reazioni e aumentano il traffico (che poi è ciò che facebook vende: sul traffico basa le tariffe pubblicitarie e la profilazione degli utenti).

In realtà attiva una serie di filtri che le permettano di dire che modera i contenuti, senza farlo davvero. Filtri che lasciano passare ogni sorta di disinformazione, di proclami razzisti, omofobi ecc., ma che poi puniscono a caso chi usa determinate espressioni.

Io facebook lo uso principalmente per sondare l'opinione pubblica su determinati argomenti, lo uso come newsfeed (nel senso che ho selezionato una serie di fonti di stampa o altro che condividono informazioni che mi interessano. Non le prendo per oro colato, ma mi offrono una panoramica di ciò di cui si parla al momento).

Lo uso anche per partecipare al dibattito pubblico, offrendo analisi, spunti ed opinioni diverse da quelle che circolano. Opinioni ragionate, non reazioni pavloviane, come la gran parte dei commenti di quella piattaforma idiota. Mi assicuro di essere sempre in grado di poter difendere le cose che scrivo. Sono un giornalista, dopo tutto. So come si fa e quanto sia importante.

E lo uso per reagire all'odio montante regolarmente contro questi o contro quelli, per chiedere una società più giusta ed aperta, per discutere le scelte dei miei politici di riferimento. Per dare testimonianza dell'esistenza di opinioni come le mie sui grandi temi dell'attualità: antifascista, antirazzista, ma soprattutto non prono a narrazioni uniche, a visioni manichee della geopolitica o della morale.
Non ho paura di esprimere opinioni controverse, perché spesso sono controverse solo perché derivano da un ragionamento complesso, che prende in considerazione i diversi punti di vista, anziché schierarsi a priori per questo o per quello.
Opinioni che sono perfettamente in grado di argomentare all'interno di una discussione aperta.

Non ho mai preteso di aver ragione. Pretendo di stimolare ragionamenti. Sono sempre pronto a cambiare idea. Esigo che chi mi chiede di farlo mi convinca proponendo e sviluppando argomenti e non gridando più forte di me.

Mi aspetterei di essere censurato per i contenuti di ciò che scrivo, soprattutto in questi giorni di guerra, in cui contesto la vigente narrazione bellicistica favorevole a questi o quelli, ma siccome sto attento ad argomentare, le mie tesi non possono essere taggate semplicemente come "fomentare odio" (anche perché in genere mi scaglio proprio contro chi lo fa).

Mi hanno censurato per una battuta sul post di un amico in visita turistica a Roma: gli avevano chiesto 20 euro per uno spritz ed io gli ho risposto ":'-D 20 euro? Dovrebbero bruciarlo, quel posto! :'-D"

Per facebook sarebbe istigazione a delinquere. Aggiunta ad altre battute simili negli scorsi mesi e anni, che neanche sapevo fossero state archiviate come contestabili, mi hanno classificato come seminatore di odio.
E mi hanno bloccato la possibilità di postare e commentare (persino di mettere like) per un mese.

Però, ovviamente, vista l'ipocrisia della piattaforma, non hanno sospeso il mio account, né nascosto i miei post o commenti. Quindi chiunque può ancora reagire, anche insultarmi, senza che io possa rispondere.

Che facebook venga gestita così è preoccupante perché, volenti o nolenti, facebook è diventato, se non l'unica, una delle principali agora del dibattito pubblico di questi anni, su cui nascono e muoiono iniziative culturali e partiti politici. Spesso i peggiori, proprio a causa dell'appiattimento del dibattito su slogan semplici e quindi necessariamente stupidi e superficiali.

Questo sfogo lo posto qui, nel mio quaderno degli sfoghi che probabilmente non leggerà mai nessuno, visto che scrivo talmente di rado che immagino il mio blog non sia neanche più seguito dai bot di google.

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