Tornare a casa, quando vivi all’estero.
Vivi all’estero da tempo
quando tornato nella tua città natale,
ti siedi per prendere un caffé
e il cameriere ti fa: “Però, parli bene italiano”.
“È che ho fatto 28 anni di erasmus a Roma.”
quando tornato nella tua città natale,
ti siedi per prendere un caffé
e il cameriere ti fa: “Però, parli bene italiano”.
“È che ho fatto 28 anni di erasmus a Roma.”
Le 10 cose che ti capitano quando vivi all’estero e torni in Italia per qualche giorno:
1. Vai al primo bar per
prenderti un caffè e, mentre lo stai ordinando, ti accorgi che ormai
parli un italiano a metà tra Don Lurio, Dan Peterson e una Unit Five da
libro d’inglese e peggio ancora, ordini “un espresso”, come se non fosse
già implicito nella parola “caffè”. Il barista allora capisce che sei
un turista e ti rifila una purga peggio di quello che bevi ad Aberdeen,
in Scozia, tutti i giorni da 5 anni.
2. Cammini per strada e
realizzi che tutti quanti parlano la tua stessa lingua. Ti siedi al
tavolinetto di un bar e quelli accanto a te parlano italiano, e tu li
capisci senza doverti sforzare, e loro capiscono te e sanno che non
scopi da 21 mesi, perché prima, al telefono, credevi ancora di stare a
Minneapolis.
3. Hai deciso che in
Italia il tempo è sempre bello, pure se vivi in Brasile e così, che sia
inverno con la neve o estate con 40 gradi, proporrai sempre a tutti di
sedersi fuori a bere, dove sfoggerai magliettine corte e occhiali da
sole. Guardando verso il cielo sorriderai indistintamente al sole di
gennaio (un puntino bianco che ricorda più il neon di un carcere di
massima sicurezza) o a quello di agosto (una palla di fuoco portatrice
di morte), sorseggiando birra ghiacciata.
4. Nonostante tu sia
stato via più di 10 anni, sei convinto che tutte le tue vecchie
(trombo)amiche, i tuoi vecchi amici, i compagni dell’Università e il 90%
dei parenti sia ancora interessato a te e a quello che hai fatto fuori
dall’Italia. Li andrai a trovare convinto di raccontare loro cosa
succede nel mondo, per scoprire 20 minuti dopo che a) non gliene frega
un cazzo, b) non gliene frega realmente un cazzo e c) e sti cazzi non ce
li metti? E poi c’è Internet e ne sapranno già più di te.
5. Ti sei fatto la
convinzione che ogni angolo della tua città sia stato raggiunto dal WiFi
gratuito, tipo Stoccolma, quando è già tanto che ci siano acqua
corrente ed elettricità.
5b. Scoprirai che
neanche casa dei tuoi ha una linea Internet e sarai costretto a
pietire un vecchio modem a 56k dal vicino di tua madre, un signore di 64
anni in libertà vigilata, per soli 100 euro al giorno.
6. Hai deciso di
utilizzare i mezzi di trasporto pubblici (o nei casi più estremi la
bicicletta) perché ti sei convinto che sia possibile farlo ovunque nel
mondo. Vivi a 30 km dal centro, ma tiri fuori la tua vecchia graziella
blu ruggine e, sorridendo, a testa alta, pedali per la città rischiando
di morire a ogni incrocio, mentre la gente ti guarda inorridita e con
sospetto. In alternativa, decidi di andare a piedi che tanto sono appena
12 km da casa tua a Trastevere, una roba che prima non avresti fatto
neanche per la figa.
7. Cammini per strada
sempre con la borsa aperta, lasci giacca, portafoglio e cellulare sul
tavolino del bar per andare in bagno, dai pure la mancia alla cassiera
della Coop, così, disinvolto come un danese a Copenaghen. E poi i famosi
5 euro a quello che son 20 anni che ha finito la benzina e deve tornare
al lavoro o il principale lo licenzia, passaggi agli sconosciuti,
saluti tutti quelli che incontri, chiedi scusa, lasci la precedenza agli
incroci, timbri il biglietto dell’autobus, fai fare telefonate ai
passanti che ti chiedono un minuto il cellulare, non scappi davanti alla
polizia e, se sei una ragazza, non ti fai neanche più problemi a fare
un pompino al bagno a un tizio carino con cui ci hai
chiacchierato appena 5 minuti, mentre eri in fila alle poste.
8. Tra le 48 e le 72 ore litighi con tutta la tua famiglia nonostante ti eri ripromesso che questa volta no, non sarebbe accaduto.
9. Tutti quelli che
incontri, indipendentemente dal fatto che tu viva in Scozia, Portogallo o
Cina, ti diranno sempre, tutti: “Eh, chissà come parli bene inglese (o
portoghese o cinese)”. Se sei uomo ti chiederanno pure come sono
le scozzesi (o le portoghesi o le cinesi), convinti che tu stia scopando
come Rocco Siffredi durante un porno, quando al massimo sei riuscito,
in 9 mesi, a farti una scopatina triste con l’unica altra italiana,
cesso, venuta a trovare la sua unica amica erasmus.
10. A giro, tutti i
tuoi amici ti dicono: “Certo che da quelle parti bevono una cifra”,
indipendentemente dal fatto che tu viva in Inghilterra, in Guadalupe o
in un campus di Talebani in mezzo al deserto dell’Iran. Se poi vieni
dagli Stati Uniti, ti chiederanno pure se la Coca-Cola è diversa. Se sei
in Irlanda sarà la Guinness. Se sei finito a Bangkok, invece, ti
chiederanno di riportargli l’iPhone 9, perché in Asia i prodotti
tecnologici, si sa, escono sempre prima.
Infine, dandoti una pacca sulla spalla,
con aria di chi la sa lunga nonostante viva ancora con i genitori, ti
saluteranno con un “Eh, hai fatto bene ad andartene, qua è tutto un
casino”. E tu sospirerai, annuendo con la testa. E mentre vai a prendere
l’unico autobus notturno, quello che fa il giro San
Basilio-Termini-Battisti-Sarajevo (la città)-casa tua, pensi tra te e te
“mai più”.
È per questo che si fa passare sempre più tempo tra una visita e l’altra.
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