"Ragazzi cresciuti in Occidente tra risentimento ed esclusione sognano così comunità descritte come paradisiache in cui poter addestrarsi all’insegna di uno spirito comunitario, per poi ritornare a colpire quelle società che per anni li hanno isolati.
La religione è indubbiamente il collante che permette di costruire reti e di risvegliare dall’apatia quell’insoddisfazione che non ha mai trovato collocazione all’interno di una dialettica politica, se non per scontrarsi con logiche paternalistiche o securitarie.Posizionare il fulcro del dibattito nel campo della religione rischia però di alimentare ulteriormente l’incisività dei predicatori perché distoglie l’attenzione dall’origine del corto circuito: l’assenza di riferimenti e risposte sul piano politico (welfare) che, invece, sterilizzerebbero il terreno su cui oggi investono i canali di Daesh."
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