Tanto per chiarire / Just to make it clear


Tanto per chiarire / Just to make it clear

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venerdì 9 gennaio 2015

Una generazione privata della lotta / A generation deprived of the struggle

Non mi ha sorpreso l'attacco a Charlie Hebdo.
Non avrei saputo dire né dove, né quando, né chi (né tantomeno in che Paese) ma il ritorno al terrorismo -strutturato o meno- in Europa lo preconizzavo da tempo.

Parlo di terrorismo vero, in stile Brigate Rosse, RAF o Action Directe; non dell'etichetta usata dalla propaganda americana per non applicare la Convenzione di Ginevra ai propri nemici.

Questa è una generazione privata della lotta.  Addirittura del diritto al dissenso, nel senso che puoi dissentire quanto vuoi, tanto non frega niente a nessuno.

E non ci sono più riferimenti alternativi, di contrasto. 
Non c'è più l'Unione Sovietica. Non si può più credere nella bontà del capitalismo.
I "buoni" si sono dimostrati più bestie dei "cattivi".

E tutto questo senza che la "pacificazione ideologica" abbia portato ad un mondo realmente migliore per tutti (e percepito come tale).
Leggevo l'altro giorno un commento che chiudeva: "Tutto quello che temevamo del comunismo (impoverimento, ingiustizia, moralismo, censura...) lo stiamo subendo con il capitalismo.

Ci sono fior di ragioni per la rabbia giovanile e nessuna valvola di sfogo. Nessuna ideologia dietro la quale sviluppare pensiero critico, attivismo, controcultura...

Nulla suscita più rispetto (e qui parlo di percezione. Non solo di sostanza): il cristianesimo è un troiaio di ladri pervertiti; chi fa volontariato viene trattato come uno stronzetto viziato che si va a cercare guai; i politici sono tutti ladri e non c'è differenza tra destra e sinistra, ma poi i movimenti populisti che ottengono vittorie elettorali si dimostrano incompetenti, stupidi e spesso arrivisti e avidi quanto quelli che criticavano; il sogno dell'unità europea è affondato in un liquame di burocrazia, malversazioni e rigidità amministrative e gestionali, lontanissime dal comune sentire della gente, mentre tornano in auge i nazionalismi più beceri; la fine della Guerra Fredda che doveva portare alla pacificazione mondiale ci ha invece precipitati in una situazione di conflitto permanente più o meno dichiarato; gli "amici della democrazia" erano in realtà dittatori sanguinari, ma chi li ha abbattuti si è rivelato peggiore di loro: fanatici intolleranti medioevali ...

Non c'è rimasto nulla in cui credere, per cui impegnarsi...

Un giovane difficilmente vede alternative praticabili al nichilismo consumista, che spesso non può neanche più permettersi, perché il capitalismo che prometteva benessere per tutti ha arricchito solo alcuni sulle spalle di tutti gli altri e sta lasciando generazioni intere senza lavoro, né prospettive. Più poveri dei propri genitori, sia in termini di potere d'acquisto che di crescita personale e professionale.

In una situazione del genere, in cui sempre più i giovani vengono impoveriti ed umiliati da una comunicazione che gli sbatte in faccia ciò che non hanno e non avranno mai, ero sorpreso che le frustrazioni non esplodessero in violenze di piazza e terrorismo (in realtà ce n'è eccome in tutto l'Occidente, ma resta a bassa intensità e se ne parla intenzionalmente poco, tranne quando sfocia in massacri come quello di Utoya, in Norvegia).

Ci sono poi i figli degli immigrati. Europei di nascita e di formazione, ma mai realmente riconosciuti come tali. Obbligati a cercarsi un'identità nel passato dei propri antenati.

Insomma. Non mi sorprende affatto che il richiamo della guerra santa di AlQaeda o dell'ISIS/ISIL/IS/Califfato attiri tanti giovani occidentali. E non solo di origine araba/islamica.
È l'unica battaglia a disposizione! L'unica che si presenti come giusta. Radicale. Senza sfumature! L'unica per la quale un giovane possa battersi con ferocia cieca, senza farsi ammorbidire le ginocchia da dubbi e distinguo. L'unica dove un giovane annoiato possa cercare l'ebbrezza della lotta. Dove un altro possa trovare riscatto dalle umiliazioni.

I giovani hanno bisogno di battaglie giuste.
I movimenti antiglobal avrebbero potuto esserlo. Così anche le battaglie ecologiste ed, ultimamente, la rivolta dei whistleblowers, le "gole profonde" di Wikileaks.
Tutte rivolte che, però, sono state schiacciate o istituzionalizzate. Comunque insufficienti a convogliare sentimenti davvero bellicosi. E destinate ad ottenere ben pochi risultati immediati e visibili.
Non possono bastare ad un giovane che ha voglia di rivoltare il mondo per renderlo migliore. Non nell'era del "tutto e subito".

1 commento:

  1. P.S.
    Jihad significa letteralmente lotta, struggle; non guerra santa come semplificato dai media occidentali.
    Indica anche, ad esempio, lo sforzo personale di migliorare sé stesso some uomini.

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